Il 17 gennaio, in onore di Sant’Antonio, patrono di Mamoiada, gli uomini del paese entrano in uno stato di profonda concentrazione. È il giorno de “sa prima issida” (la prima uscita).
Dopo il pranzo, indossati “su billudu” (il velluto), “sa hamisa” (la camicia), “su bonette” (il berretto) “su muccadore” (il fazzoletto) e “sos husinzos” (le scarpe degli antichi pastori), aspettano il tramonto con fermezza e determinazione.
Altri uomini, nello stesso momento, indossano “sas carzas” (i pantaloni bianchi), “su curittu” (il corpetto rosso), “sos husinzos” (gli scarponi in pelle), “sa berritta” (il copricapo del costume sardo) legata con il fazzoletto colorato e “s’isalle” (grande fazzoletto ricamato).
I primi prendono “sa visera” (la maschera nera), i secondi mettono a tracolla “sos sonajolos” (i sonaioli) e “sa soha” (la fune).
Escono dalla propria casa, e si recano nel luogo in cui i loro destini si uniranno: il luogo della vestizione.
I primi saranno Mamuthones… i secondi Issohadores.
Comincia la vestizione, gli uomini in velluto recuperano la pelle nera di pecora e i campanacci, stendono le sei cinghie con le campane in ordine, dalla più grande alla più piccola, dando già l’immagine de “sa carriga” (la carica) quando sarà sulla propria schiena. Indossano la pelle, e aspettano che una coppia di uomini, in genere gli Issohadores, più comodi e leggeri, compongano sa carriga sopra di essi.
Indossano sa visera, mettono sopra su bonette e avvolgono su muccadore sulla testa legandolo sotto il mento.
Sono pronti…
Si dispongono i Mamuthones su due file parallele di pari numero sia a destra che a sinistra Gli Issohadores si distribuiscono parte davanti, parte dietro le file di Mamuthones, tranne uno, “su guidadore” (colui che guida). Egli sta davanti ai Mamuthones, ma al centro, tra le due file: è lui che impone il passo e decide quando partire e quando fermarsi.
Su guidadore allunga le mani, si accerta che i Mamuthones siano pronti, e si parte…
Tutti iniziano a saltare, gli issohadores a piccoli passi, slegano “sa soha” e iniziano a lanciarla sulla folla. Cercano di prendere al lazo le donne e le ragazze, come buon auspicio. I mamuthones, concentrati, osservano e seguono su guidadore. Saltano una volta “a intro” (dentro) e una volta “a foras” (fuori), avanzando con l’antico e inimitabile passo. Dopo qualche salto, su guidadore alza la mano, è il segnale. Si contano altri quattro salti: fuori, dentro, fuori e di nuovo dentro. Al quarto c’è “sa doppia” (la doppia), tre salti sul posto consecutivi, mentre le due file di mamuthones si guardano. Restano tutti fermi per qualche istante e si riparte, il primo salto sempre dentro e poi via, si prosegue, aspettando il nuovo segnale de su guidadore. Stavolta arriva con una differenza, dopo aver alzato la mano, al secondo salto dentro allarga le braccia: è il segnale di chiusura… un altro salto fuori e poi dentro c’è sa doppia: tre salti sul posto e stavolta non si riparte. Il rituale è finito.